L'amministrazione chiede i danni a progettisti e ditta per l'asilo nido "Cosimo" di Lammari chiuso per motivi di sicurezza

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2018, Comunicati Stampa, Politiche educative, Grandi temi, La scuola al centro, Evidenza
Il nido Cosimo, esterno

“Sulla vicenda dell’asilo nido di Lammari finalmente inizia la fase del riscatto. Oggi, infatti, chiediamo a coloro che hanno sbagliato di risarcire l’intera comunità dell’importo speso per la realizzazione dell’opera e per i disagi provocati alle famiglie dei bimbi interessati, anche se siamo riusciti a dare ai bambini un nuovo spazio adeguato in 24 ore di tempo”. 

Con queste parole il sindaco di Capannori Luca Menesini torna a parlare della vicenda dell’asilo nido ‘Cosimo’ di Lammari, da lui chiuso per motivi di sicurezza con un’ordinanza ad hoc il 6 aprile di due anni fa, dopo che le verifiche da parte del personale tecnico avevano fornito un quadro dove gli standard di sicurezza non erano rispettati dalla struttura. Nei giorni a seguire, l’amministrazione comunale aveva chiesto al Tribunale di avviare un accertamento tecnico preventivo – nel frattempo la Procura aveva sigillato l’immobile e aperto un’inchiesta per verificare eventuali responsabilità penali, procedimento in cui l’amministrazione è stata riconosciuta come parte lesa – in modo da individuare le responsabilità civili e quindi garantire ai cittadini di Capannori di essere risarciti dei costi sostenuti per la realizzazione dell’asilo e dei lavori eseguiti alla scuola ‘Manzoni’ di Marlia dove oggi ha sede l’asilo ‘Cosimo’. 

Con un’apposita delibera votata in giunta pochi giorni fa, è partita in via ufficiale l’azione legale con cui l’amministrazione Menesini chiede i danni per l’accaduto, stimati in un minimo di 1 milione e 500mila euro, alle figure che hanno lavorato alla costruzione dell’asilo nido, vale a dire alle competenze professionali utilizzate per la progettazione e alla ditta che ha eseguito i lavori. Si tratta della cifra minima, perché ipotizzando una demolizione e ricostruzione, e sommandoci i lavori svolti alla scuola di Marlia e il rimborso fatto dal Comune alle famiglie per l’unico giorno di chiusura reale del nido, la cifra di cui la comunità capannorese dovrà essere risarcita è più alta, e sarà stabilita in fase di dibattimento dagli esperti del Tribunale. 

“Abbiamo già dato mandato ai nostri legali di procedere – spiega il sindaco –. Siamo giunti, all’interno dell’iter di individuazione delle responsabilità civili da noi avviato in Tribunale, nella fase in cui possiamo chiedere i danni, e quindi dire ai nostri cittadini che saranno risarciti. Lo avevamo annunciato da subito che non avremmo fatto cadere questa vicenda nel dimenticatoio, come spesso accade quando ad essere spesi sono i soldi pubblici. Per noi è proprio perché sono soldi pubblici, quindi di tutti, che devono essere restituiti da parte di coloro che hanno sbagliato alla nostra comunità. Questa triste vicenda deve diventare il simbolo di due opportunità: anzitutto quella di dimostrare che c’è modo e modo di fare le cose e che a Capannori le cose si fanno nell’interesse dei cittadini, sempre. Anche quando l’iter è lungo, noioso e complicato, noi non molliamo e andiamo avanti, certi di aver scelto la strada giusta, quella di far tornare i soldi spesi nelle disponibilità del Comune in modo da realizzare una nuova opera utile all’intera comunità. La seconda opportunità è quella di riaffermare con forza la scelta della bioedilizia come scelta di sostenibilità da continuare a compiere come prima e più di prima. Capannori otterrà il risarcimento che le spetta. La fase due, quella del riscatto, è cominciata e noi andiamo avanti nell’interesse di tutti i cittadini”. 

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