La consegna del cibo a domicilio, l’accompagnamento in auto, la traduzione di un testo. Sono piccoli lavori, spesso occasionali e senza un contratto definito, che compongono la gig economy, neologismo che in italiano si può tradurre in “Economia dei lavoretti”, che nel nostro Paese, secondo alcune stime, dà reddito a un numero fra 700 mila e un milione di persone, sopratutto giovani. Come si possono riconoscere i diritti di questi lavoratori?
È questo il tema al centro del progetto Erasmus plus “Entering the Gig economy” finanziato dall’Unione Europea che vede il Comune di Capannori fra i protagonisti. L’amministrazione guidata dal sindaco Menesini è infatti partner italiano, assieme all’agenzia formativa Formetica, del progetto che vede capofila la Contea di Meath in Irlanda.
“Le dinamiche del mercato del lavoro si sono modificate negli ultimi anni in seguito alla globalizzazione e al progresso tecnologico di internet e dei servizi a esso collegati – spiega l’assessore al distretto dell’economia civile, Francesco Cecchetti -. Sono sorti tanti impieghi, basti pensare ai cosiddetti riders che consegnano il cibo a casa o ai servizi di trasporto privato, che si fondano sul lavoro occasionale, a chiamata e con limitate garanzie contrattuali. Si tratta di una nuova forma di lavoro, composta da tanti micro-lavori, oppure una sorta di sfruttamento? Con questo progetto europeo vogliamo stimolare, anche a livello locale, una riflessione su questo tema. Accanto a questo intendiamo condurre una campagna informativa rivolta sopratutto ai giovani e stimolare una strategia a livello regionale”.
“I diritti dei lavoratori e le loro garanzie devono sempre essere una priorità – aggiunge la consigliera comunale Lia Miccichè -. Non possiamo ridurli, come talvolta accade, alla clausole contente in un’app. C’è la necessità di compiere una seria riflessione su queste tematiche, mettendo al centro la tutela e la dignità della persona. Ben vengano nuove forme di impiego, ma è necessaria una legislazione specifica in materia. Il progetto di cui siamo partner va proprio in questa direzione, stimolando dal basso, attraverso un’operazione per rendere più consapevoli i giovani e un gioco di squadra locale e regionale, provvedimenti in materia”.
Il progetto Entering the Gig economy prenderà ufficialmente il via con un incontro transnazionale in Irlanda, cui seguirà uno sviluppo attraverso il coinvolgimento dei destinatari: disoccupati, inoccupati, formatori, personale degli uffici del lavoro, educatori, autorità locali e regionali, partiti politici e organizzazioni educative. Cinque sono gli obiettivi principali: condividere e facilitare le conoscenza delle tematiche della gig economy, predisporre una campagna informativa, predisporre un programma di formazione, realizzare un’alleanza regionale, realizzare una strategia e un piano di azione regionale.