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Un progetto del Comune di Capannori per l'incremento della biodiversità e per la connessione tra gli spazi verdi del territorio capannorese. L'amministrazione comunale ha individuato spazi dislocati sul territorio dove creare un habitat favorevole all'impollinazione, in modo che api e altri insetti impollinatori possano continuare a svolgere la loro importante attività per l'ecosistema.
Testi a cura di Ariannna Chines, dottoressa biologa, esperta di biodiversità a livello nazionale e di reti ecologiche internazionali.
Ha preso il via un progetto per la tutela della biodiversità nel Comune di Capannori in linea con quanto indicano l’Onu e l’Unione Europea relativamente alla crisi più importante che stiamo affrontando: la crisi climatica e la connessa perdita di biodiversità.
Nel dicembre 2022 a Montreal 196 membri dell’Onu hanno realizzato un documento globale per tutelare la biodiversità, per garantire la stabilità dei servizi ecosistemici fondamentali per la salute e il benessere degli esseri viventi compreso l’uomo, per lo sviluppo economico, per l’uso sostenibile delle risorse e soprattutto per contrastare gli effetti del cambiamento climatico.
Tra gli obiettivi degli accordi internazionali per ridurre la perdita di biodiversità e contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici rendendo gli ambienti dove viviamo più resilienti, si ricordano la riduzione dell’utilizzo dei fertilizzanti, lo stop all’inquinamento da plastica, la rigenerazione di almeno il 30% degli ecosistemi degradati, mobilitando risorse pubbliche e private per almeno 200 miliardi l’anno entro il 2030. La strategia è quindi indicata come 30/30.
Il Comune di Capannori in accordo con il Consorzio di Bonifica Toscana Nord si è impegnato in un progetto di tutela e ripristino degli ecosistemi, in particolare degli spazi verdi urbani e periurbani, dei corsi d’acqua e delle aree umide.
In questo contesto nasce il progetto del Comune di Capannori chiamato LapeMaia, che promuove la presenza di aree con erbe alte e fiori per la tutela degli impollinatori che sono in declino spaventoso con gravi conseguenze sugli ecosistemi e sugli agroecosistemi e quindi sull’alimentazione e sulla salute umana.
Le zone attualmente individuate sul territorio di Capannori sono due:
Le aree in questione sono gestite con tagli selettivi in modo da lasciare sempre delle zone fiorite dove gli impollinatori possono raccogliere nettare e polline (api ed altri apoidei, farfalle, ditteri, coleotteri, in particolare) e dove le fasi larvali di molti impollinatori possono nutrirsi (i bruchi delle farfalle, per esempio, si nutrono di erba o foglie di alcune piante che si chiamano “piante nutrici”.
In mezzo e intorno alle erbe e ai fiori saranno realizzati dei corridoi per il passaggio delle persone che potranno quindi osservare l’ecosistema del prato con fiori, insetti, uccelli e altro ancora. Lungo questi corridoi si trovano targhette relative al progetto con un QR code che se inquadrato, riporta a questa pagina che fornisce ulteriori informazioni.
Qui si possono trovare informazioni sulle specie vegetali e animali che si trovano nelle aree del progetto a seconda delle stagioni.
LapeMaia è stato preso come modello da altre esperienze. Un progetto parallelo è nato al liceo scientifico “Majorana” di Capannori. Grazie a Ma-jo uno studio per l’ambiente, questo il suo nome, si tengono erbe e fiori per gli impollinatori e si svolgono monitoraggi con il supporto di app specifiche.
Anche diversi cittadini hanno replicato l’iniziativa promossa dall’Amministrazione Comunale. Lasciando nei propri giardini fasce fiorire con sfalcio ritardato, affiggendo nel giardino un cartello che spiega perché l’erba è alta.
Inoltre quella di Capannori è stata portata come buona pratica in molti convegni e corsi universitari.
Ape domestica (Apis mellifera) e il coleottero cantaride detto "soldato rosso" (Rhagonycha fulva), sull’infiorescenza di finocchio acquatico comune (Oenanthe pimpinelloides L.).
Cicoria selvatica
Nei prati spontanei in periodo estivo si possono osservare le bellissime fioriture azzurre di cicoria selvatica (Cichorium intybus L.) - Famiglia Asteracee. Questa pianta era già nota 4000 anni fa e veniva usata a scopo alimentare e terapeutico. Tuttora fa parte dei cosiddetti erbi che si colgono prima della fioritura. L’impollinazione avviene grazie ad apoidei e farfalle sia diurne che notturne.